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I doni della natura: il castagno

In una passeggiata in collina, in Piemonte, ho di recente incontrato esemplari di piante monumentali. Alberi antichissimi che hanno testimoniato la nostra storia, tradizioni, culture popolari, fiabe, miti e leggende. Con stupore ho osservato che possono raggiungere i 40 metri di altezza. Questi patriarchi vegetali sono esseri longevi, hanno visto guerre, incendi, malattie, hanno resistito le insidie del tempo e sono ancora capaci di produrre frutti.

Le castagne, soprannominate “le ghiande di Zeus” giungono a maturazione in autunno.
Il nome dell'albero, è la traduzione dal latino Castanea, (identico al greco).
La patria originaria del castagno, Castanea sativa, (significa che si semina) è l'Iran. La pianta si adatta ad ogni clima, tuttavia, non ama i terreni calcarei, che tendono a mantenere il terreno asciutto e secco.
Quest'albero cresceva in abbondanza in una località chiamata Kastania, nella Tessaglia, una regione dell'antica Grecia.
Famoso per le sue dimensioni è “il castagno dei cento cavalli” dell'Etna, in Sicilia, che diede riparo a Giovanna d'Aragona e ai suoi cento cavalieri, durante un temporale, intorno al 1600.
Giovanni Pascoli dedicò a questo albero una poesia, che nel suo finale recita:
Scoppia con gioia stridula la scorza
de' rami tuoi, co' frutti tuoi la grata
pentola brontola. Il vento fa forza
nell'impannata.

Le castagne hanno un grande valore nutrizionale; hanno un elevato tenore di sostanze amidacee, proteiche e lipidiche, zuccheri, proteine, grassi. Contengono sali minerali e vitamine. Sono consigliate soprattutto nei periodi invernali e durante periodi di forte astenia, grazie al valore energetico e calorico. La castagna va consumata da sola e ben masticata.
Castanea vesca, si dice in riferimento al frutto, che è molle e veniva anche usato come rimedio già nella medicina antica. Tonifica il Rene e rafforza la zona lombare, tonifica la Milza e rafforza lo Stomaco, nutre il sangue.
Nella medicina popolare la farina viene usata ad un uso prevalentemente esterno, come cataplasma per le affezioni dell'apparato respiratorio.
Gli infusi delle foglie venivano usati per calmare la tosse.
Il decotto di corteccia viene utilizzato come collutorio per le infiammazioni della bocca.
Le castagne segnano la fine della bella stagione, il tempo dell'ultimo raccolto, quando la natura offre gli ultimi frutti dolci e calorici, per prepararsi al freddo.

In cucina.
Spesso si lessano senza guscio. Si danno anche ai malati dopo averle disseccate al sole e poi cotte a fuoco lento. In alcune tradizioni vengono arrostite sotto la cenere.
In alcune regioni italiane, venivano consumate nel giorno dei Morti e a San Martino. Come accade ancora oggi, sono vendute dagli ambulanti nelle vie cittadine, sebbene in misura minore rispetto al passato.
“Gridando vo' per Roma calde alesse
le mani spesso mi scaldo con esse.”
Le castagne hanno ispirato proverbi e modi dire:
“Prendere in castagna”, significa “cogliere in fallo qualcuno”.
Il suono secco delle nacchere ricorderebbe quello di due castagne percosse l'una contro l'altra, da cui il nome “castagnola” che significa anche petardo o botto.
“Marrone” è il frutto di una varietà di castagno, che ha dato il nome a un celebre dolce, il marron glacé, che si è trasformato in aggettivo per indicarne il colore.
Una “marronata” è una locuzione con significato negativo, nel senso di dire spropositi.
Fare un marrone significa commettere un grosso errore, dovuto a ignoranza o a disattenzione.

Come fitocomplemento, le parti utilizzate sono le GEMME, ricche di energia vitale.
Il rimedio MG, gemmoderivato, stimola e rinforza le funzioni del sistema linfatico (capillari, vasi, gangli) per favorire il drenaggio. E' definito anche un buon “diuretico” indicato per i soggetti particolarmente sensibili al freddo e all'umidità, in cui li sistema linfatico è rallentato, con gambe gonfie, pesanti e doloranti.

Edward Bach ha tratto da questi fiori alcuni rimedi:
- Chestnut Bud
La persona ripete gli stessi errori. Riflette poco.
Ha espressioni tipiche del bambino, gioioso e giocoso, vive la meraviglia di nuove esperienze.
- Red Chestnut
La persona tende a preoccuparsi eccessivamente dell'altro, vive in simbiosi, come se l'altro fosse una sua seconda pelle. Ha una grande capacità di immedesimazione.
- Sweet Chestnut
Parola chiave: rigenerazione. Riporta luce e pace interiore durante un processo di trasformazione.
- White Chestnut
La persona ripete gli stessi pensieri. Pensa troppo. Si stanca mentalmente perché non riesce a staccare con la testa.

Vittoria Vittori,
Naturopata e collaboratrice di Cucina per l'Anima